Star Trek. La Pista delle Stelle 10 by James Blish

Star Trek. La Pista delle Stelle 10 by James Blish

autore:James Blish [Blish, James]
La lingua: ita
Format: epub
pubblicato: 2013-04-26T16:00:00+00:00


Nel Centro Medico erano stati preparati tre letti per Kirk, Spock, e Anne. Accanto a ogni letto, una sfera luminosa. McCoy, assistito da Christine Chapel stava davanti al quadro dell’analizzatore fisiologico. — Ricordatevi — disse McCoy all’infermiera, — che col transfer, la potenza delle menti aliene provocherà un aumento pericoloso dell’attività cardiaca. Tutte le funzioni fisiologiche assumeranno un ritmo molto più rapido del normale ritmo metabolico. Controllate con la massima cura.

Per quanto molto scossa, Christine Chapel si sforzò di riprendere la sua freddezza professionale. — Sì, dottore — disse.

McCoy si rivolse a Kirk. — Siamo pronti, come di più non potremmo esserlo mai.

Kirk girò la testa verso la sfera accanto al suo letto. — Pronti, Sargon.

Si sentì il suono vibrante che precedeva il transfer. Nelle tre sfere la luce aumentò fluttuando visibilmente. Poi dalle sfere scaturirono tre lampi che si scaricarono sui tre corpi distesi.

Quello di Anne ebbe un sussulto nell’attimo in cui Thalassa ne prese possesso. Christine andò in fretta a controllare. Hanoch-Spock si mise a sedere, e si stirò assaporando la sensazione di possedere un corpo. Accanto ai tre letti la luce delle sfere si era ridotta a un barlume. McCoy era concentrato sull’analizzatore fisiologico collegato a Kirk. Lasciando Thalassa-Anne, l’infermiera si spostò per esaminare Hanoch-Spock. Con sorpresa vide che lui le sorrideva, guardandola con evidente ammirazione. Dov’era finito il freddo, cerebrale Spock?

La ragazza si girò di scatto verso l’analizzatore, e i dati che vi lesse l’allarmarono. — Dottore, i ritmi metabolici sono raddoppiati, continuano ad aumentare.

Hanoch-Spock parlò. — Una donna adorabile… una adorabile visione per chi si risveglia dopo un sonno di mezzo milione di anni.

— Grazie — disse Christine, disorientata.

Hanoch-Spock stava già guardando oltre Christine, dove Thalassa-Anne si era messa a sedere sul letto, con i capelli corvini sciolti sulle spalle, e gli occhi azzurri illuminati dalla gioia, dovuta al sapore dimenticato della vita. — Io… non ricordavo cosa fosse… respirare… respirare così! — Si girò. — Sargon? Dov’è Sargon?

Sargon-Kirk si alzò e la raggiunse. — Sono qui, Thalassa… in questo corpo. — Con dignità appena velata dalla gioia del risveglio dei sensi sopiti da tanto, lei gli sorrise.

— Il corpo non mi dispiace, marito mio — disse. — Non è molto diverso da quello che avevi.

— Sono contento che ti piaccia, amore mio.

Lei si era resa conto di avere le mani. Timidamente ne alzò una per accarezzargli una guancia. — Dopo tanto tempo — mormorò. — È passato tanto tempo, Sargon.

Le braccia di lui la strinsero. Christine distolse lo sguardo nel momento in cui le loro labbra si univano. C’era qualcosa di estremamente toccante in quell’abbraccio, desiderato e differito per mezzo milione di anni. Quando si separarono, Christine disse: — Scusatemi… io…

Thalassa-Anne tese una mano con gesto gentile. — Voi non disturbate, bambina mia. Come donna, potete capire la gioia straordinaria che provo nel toccare l’uomo che è di nuovo mio. Voi l’avete un uomo?

— No. Io… — Involontariamente Christine si voltò a guardare Spock, dimenticando che per il momento lui era Hanoch. Arrossì. — No, …non ne sento la necessità.



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